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Immagine del redattoreLuca Baj

VanEck ETF: inizia la sofisticazione dell'offerta tematica su digital assets/blockchain

Investire oggi nell'ecosistema dei digital assets


Gli importanti risultati messi a segno dalle cripto valute, così come l'evidente interesse che la tecnologia blockchain sta acquisendo su scala globale, sono ormai chiari a tutti. Tuttavia, l'investimento prospettico su un tema così complesso e con così tante potenziali applicazioni richiede un importante sacrificio all'investitore che vuole posizionarsi oggi sulle società coinvolte da questa grande rivoluzione: un'enorme mole di rischi con i quali fare i conti. Come ogni rivoluzione, infatti, e come fu per internet, questa creerà (e sta creando) un proprio ecosistema che durante la sua evoluzione vedrà certo nuove storie di successo, ma, probabilmente. molte più vittime, anche illustri. E' necessario investire sui soliti noti del ramo tech e sui colossi della finanza, o piuttosto su realtà più giovani e magari native del mondo blockchain? Devo muovermi subito accettando i rischi di un mercato immaturo, concentrarmi solo su società che già producono utili grazie a progetti in digital assets o è più conveniente attendere un'adozione su larga scala di digital assets? ETF in grado di investire sul tema ad ampio spettro sono certo già disponibili da tempo sulle principali trading venues e, se ormai da anni i più attenti tra gli issuers, come VanEck, hanno provveduto a lanciare indici specifici, muovendosi con largo anticipo, l'evoluzione non si ferma, con nomi come S&P , che ha scelto invece di attendere una maggiore maturità del mercato per proporre oggi soluzioni addirittura potenzialmente conformi alla regolamentazione GAAP o IFRS.

Quello che è certo è che l'investimento in progetti a base blockchain merita già una maggiore sofisticazione, come del resto eventi quali l'entrata di Visa, PayPal, Tesla o la quotazione di Coinbase piuttosto che l'esplosione del mercato dell'arte digitale hanno certificato. Proprio VanEck, dimostrandosi ancora una volta uno tra i più reattivi asset manager percepisce il cambio di marcia del settore e torna sul tema questa volta optando per un un paniere focalizzato su aziende che de facto già ricoprono oggi un ruolo importante in questo nuovo ecosistema. Sono quindi inclusi miners, trading platforms, hardware manufacturers, holding and trading specialists, payment gateway operators, patents and services specialists, e bankers con progetti e soluzioni dedicate. Il VanEck Vectors Digital Assets Eq ETF ,(IE00BMDKNW35), non detiene quindi direttamente o indirettamente alcun digital asset (il che non significa che non dipenda in alcun modo dal loro valore, anzi), ma replica fisicamente la composizione dell'indice benchmark MVIS Global Digital Assets Equity Index, che annovera al suo interno equity sia di paesi sviluppati che emergenti con vincoli di liquidità e capitalizzazione minima (minimo 150 milioni di euro capitalizzati e un volume tradato daily in media oltre un milione di dollari). Le aziende scelte devono generare il 50% delle proprie revenues da progetti in digital assets o avere il 50% dei propri assets investito in digital assets projects oppure, in ultima istanza, detenere direttamente digital holdings per tale quota del loro patrimonio. Nonostante l'indice sia predisposto per focalizzarsi principalmente su progetti in digital assets esistenti, l'indice deve comunque lasciare spazio anche a realtà le cui iniziative potrebbero raggiungere i requisiti richiesti al completamento dei progetti iniziati. Introducendo criteri più rigidi per la selezione delle componenti rispetto ad altri ETF sul tema, questo strumento potrebbe infatti non essere in grado di raggiungere il numero previsto di componenti, fissato oggi a 25 società. Per compensare questa mancanza, la stratega contempla quindi la possibilità che società attive nel ramo dei semiconduttori o dell'online money transfer, due dei settori più coinvolti dalla rivoluzione blockchain, entrino, temporaneamente, a far parte del portafoglio indice anche senza specifici progetti attivi sul tema blockchain. L'allocazione geografica non tradisce le aspettative: con il 64.0% gli Stati Uniti dominano la scena, seguiti con percentuali molto simili dalla Cina (11.8%) e dal Canada (11.6%), con Germania, UK e Taiwan uniche altre allocazioni sopra il 3%. Se l'allocazione settoriale non si distanzia da quanto è possibile osservare anche in altri strumenti sul tema ( preminenza dei titoli tecnologici all' 80% e il restante 20% ai finanziari) la precedenza data alle mid cap , molte delle quali native in tema blockchain, risulta invece molto interessante, con queste società che contano già per il 52% del portafoglio (è presente comunque un cap all'8% per singolo titolo). Le small cap al 16% costituiscono un altro inedito che limita l'allocazione large cap ad un contenuto 27%. Il TER richiesto per la nuova proposta firmata VanEck, appena quotata (nella sua versione a capitalizzazione dei proventi) sui listini Xetra, LSE e Borsa Italiana ammonta a 65 punti base.



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